Capelli: Forfora
Pelle
Capelli: Forfora, alopecia
Restando nell’ambito della percezione biologica di “perdita di contatto”, esaminiamo l’alopecia.
In Fase Attiva il cuoio capelluto ulcera a livello del bulbo pilifero: nel breve senza sintomi, mentre alla lunga si può notare una certa debolezza nei capelli perché cadono facilmente.
In PCL-A il cuoio capelluto ripara, gonfia, e si può avere un periodo fino a 3 settimane in cui i capelli si perdono a ciuffi.
Se cadono in aree definite (alopecia areata), il punto interessato è quello dove si era materialmente accarezzati da qualcuno, ma con il quale si è avuto un periodo di perdita di contatto, poi ripristinato.
Si è potuto verificare che, a volte, anche chi accarezza può vivere la separazione nel punto che lui stesso toccava: un papà che ha perso i capelli nello stesso punto in cui posava la mano sulla testa del figlio quando lo salutava.
Casi simili potrebbero essere fortemente condizionati dal contenimento e da routine familiari.
La perdita di pelo areata è una condizione molto comune per gli animali domestici che vivono separazioni dai propri padroni.
Un lungo processo recidivato all’interno di una routine, provoca la calvizie.
Si tende a considerare i lati della testa in riferimento alla perdita di contatto dalla mamma, mentre la parte superiore della testa in riferimento alla perdita di contatto da papà.
La calvizie totale risulta da entrambi i vissuti.
Essendo la corteccia sensoriale quella che immagazzina i dati sensoriali e quindi i ricordi, spesso chi perde i capelli, specialmente di lato, non ricorda nulla dell’infanzia sotto una certa età.
La forfora è il risultato di un processo sullo strato più superficiale del cuoio capelluto, che in CA ulcera e secca, senza sintomi.
In PCL-A ripara e ripristina, desquamandosi in PCL-B.
Le squame di pelle morta vengono chiamate forfora.
Tanta forfora è necessariamente conseguenza di innumerevoli recidive di rottura di contatto da “carezze”.
Tratto da “Noi siamo il nostro corpo”
Creature di percezione concepite per imparare illimitatamente
di Mauro Sartorio