Circolazione – Ematomi
Sistema circolatorio e linfatico: Linfomi, ematomi, vene varicose
Il sistema linfatico ha un’origine embrionale di tipo mesodermico recente: questo significa che in Fase Attiva il tessuto necrotizza senza sintomi, mentre in PCL gonfia con edema e dolori per il lavoro di riparazione.
Il linfonodo gonfio (linfoma, che può essere chiamato di “Hodgkin”) è dunque in una fase di soluzione: può apparire gonfio e dolorante poche ore dopo la CL (a volte ci si accorge solo 1-2 giorni dopo) e permane per tutta la PCL-A; mentre in PCL-B è dolorante, ma solamente al tocco.
In PCL-A emana un calore irradiante che si sente a qualche centimetro: se un gonfiore al collo è molto caldo si tratta di linfonodo, se invece è tiepido e non irradia si tratta probabilmente di tessuto ectodermico, come gli archi branchiali o i dotti tiroidei.
All’analisi PET, sempre in PCL-A, viene rilevato l’edema e il linfonodo “brilla”.
Alla ecografia risulterà “ipoecogeno” in PCL-A – poiché pieno di liquidi, mentre risulterà “iperecogeno” in PCL-B – poiché è più denso dopo avere espulso l’edema.
In seguito a molte recidive, il linfonodo può rimanere un po’ gonfio anche in fisiologia normale (può essere rilevato come “linfonodo calcifico”) ma non fa male, neanche toccandolo.
La percezione biologica che dà inizio alla riparazione dei tessuti è “mi sono rivalutato nella relazione con gli altri” (CL), poiché per tutta la Fase Attiva c’è stata una svalutazione di sé in quell’ambito: “non sono valido per ricevere o dare affetto, coccole”.
In base alla posizione del linfonodo, si possono avere diversi indizi che aiutano ad avvicinarsi alla profondità del sentito: sotto l’ascella può riferirsi all’essere “degno di abbracciare o essere abbracciato”; sul collo all’essere “meritevole di coccole, di baci intimi”; i linfonodi nella zona dell’inguine possono riferirsi alla capacità di avvinghiare, trattenere qualcuno…
La posizione destra o sinistra è un altro indizio utile, e segue la lateralità in relazione a papà-partner/mamma-figli.
Fasi Attive possono essere:
– Il bambino che si sente in colpa perché ha fatto il cattivo, e papà e mamma “non mi accarezzano più”.
– Una persona che ha vissuto una svalutazione sul lavoro, evento che si aggancia, nella sua percezione, al non essere più adeguato a stare con i colleghi.
– La fidanzata che non è accettata dalla mamma, e lui non è più degno in rapporto alla madre.
– In seguito a un anatema diagnostico di cancro o malattia incurabile, per cui accade che la persona cambi drasticamente il proprio modo di vivere e la percezione di sé nelle relazioni e nel suo ruolo sociale. Una svalutazione che insiste per tutta la durata della “malattia”, nella speranza di poter recuperare la propria vita non appena le condizioni di salute lo permettano.
A questo stadio i linfonodi sono nella Fase Attiva asintomatica.
Quando la terapia inizia a dare i suoi frutti e la persona, vedendo la luce alla fine del tunnel, si rilassa, ecco il sistema linfatico entra in PCL con gonfiori e dolori, poiché “finalmente recupero le mie relazioni”.
E’ in questo momento cruciale che l’ipnosi diagnostica e le credenze chiudono la trappola: i linfonodi non vengono considerati semplicemente gonfi, ma diventano “metastasi”. Le analisi lo confermano nero su bianco e la percezione ripiomba più forte di prima nella disperazione e nell’isolamento, con probabilità attivando altri processi come “non ho scampo”, “panico di morire”, “profugo” e tutte le cascate percettive possibili.
In effetti, molti potranno essere sorpresi con un linfonodo ingrossato senza altre conseguenze.
Ma quando, anche molti anni prima, c’è stato un antecedente qualsiasi di diagnosi tumorale, è automatico che venga trattato non come linfonodo ma in termini di “metastasi”, nonostante sia in atto una semplice cicatrizzazione.
Ho descritto un meccanismo percettivo frequente, in base alle fortissime suggestioni sociali di questo periodo storico: ma ricorda che ogni essere umano ha la sua particolare storia e percezione del mondo, e non esistono situazioni una uguale all’altra!
Altri tessuti di origine mesodermica recente, che necrotizzano in Fase Attiva senza sintomi e gonfiano con dolori in soluzione, sono i vasi sanguigni e i capillari.
I vasi ricostruiscono il tessuto in PCL-A, con edemi e forte calore irradiante dalla zona, e ripristinano in PCL-B.
Quando il vaso è in PCL-A è morbido e rilassato: se viene compresso da particolari posture, contratture o compressioni, può più facilmente schiacciarsi interrompendo il flusso sanguigno.
Come quando ritroviamo nel letto il nostro braccio insensibile e senza circolazione, o quando sentiamo le gambe addormentate alzandoci dal water, o quando, rilassando certe contrazioni muscolari, sentiamo i formicolii a causa del ritorno del sangue alle estremità.
Tendenzialmente, al di là di questi sintomi occasionali, non ci si accorge molto di un processo lineare monociclico.
Ci si accorge invece quando i sintomi sono cronici, chiusi in una routine di lungo periodo in cui le recidive continue di necrosi e riparazione indeboliscono il tessuto che diventa lasso e ricco di cicatrici.
Possono quindi comparire dilatazioni notevoli come le “vene varicose”, le flebiti, gli aneurismi, o anche stenosi con irrigidimento del vaso.
La percezione biologica, reiterata nella fisiologia speciale dei vasi sanguigni, è di svalutazione nel “non riuscire a compiere un’azione, un movimento”.
Non si tratta di impedimento motorio, ma di un muoversi con difficoltà per il quale ci si sente responsabili e ci si svaluta.
Le sfumature sono diverse in base alla localizzazione del processo.
Per esempio le varici sono molto diffuse sulle gambe, in special modo sotto il ginocchio: la percezione è di “non sono libero di muovermi”, “ho la palla al piede”.
Un vissuto simile, ma di più leggera intensità, è quello della cosiddetta gestosi: un gonfiore delle gambe tipico di certe donne in gravidanza.
L’esempio è di quella donna, particolarmente attiva e in carriera, che improvvisamente si ritrova incinta.
All’inizio continua a fare tutto quello che ha sempre fatto ma, quando la pancia si fa ingombrante, sente di trascinarsi nelle cose con “la palla al piede”.
Due settimane prima del parto si rilassa (PCL dei vasi sanguigni delle gambe) perché è ormai in dirittura di arrivo.
E’ però ancora fuori dalle sue abitudini, dal suo ambiente, è un po’“profuga”: i reni rispondono con ritenzione idrica (a causa di ciò vengono rilevati valori di creatinina alti) e quelle aree, in cui sono già presenti edemi, si gonfiano. In particolar modo le gambe, che sono in piena soluzione del sentirsi impedita.
Una persona anziana che si sente le “gambe di cemento” che le impediscono di andare, può svalutarsi attivando la fisiologia speciale sulla circolazione.
Se il sintomo riguarda le braccia, può indicare un vissuto del genere “non riesco ad abbracciare, trattenere qualcuno”.
La lateralità è molto utile per identificare in relazione a chi si sente di muoversi con difficoltà.
In una curva di soluzione in sospeso è possibile l’ostruzione della circolazione in una vena o arteria.
Quando accade, è vano cercare la causa nel colesterolo, nella densità o altre anomalie del sangue, nel tabagismo o nella dieta irregolare.
Si tratta piuttosto di una forte tumefazione delle pareti del condotto in PCL-A, in seguito a un lungo periodo di recidive, e necessariamente in concomitanza con il conflitto del profugo.
In effetti, se fosse la vischiosità del sangue, non si vede per quale motivo si debba strozzare una sola vena/arteria, e solo in una determinata zona, e solo su un lato specifico del corpo.
Zona e lateralità sono invece indizi fondamentali per ricondurre il fenomeno alla reazione biologica, che è mantenuta da una precisa routine.
Per quanto riguarda i capillari: si ha necrosi in Fase Attiva senza sintomi, mentre in PCL-A avviene la riparazione con gonfiori, rossori bluastri (che permangono alla pressione), angiomi, venuzze rotte.
Il “sarcoma di Kaposi” rientra in questa categoria.
In questa fase i capillari sono più fragili, e se vengono da un lungo periodo di recidive sono molto, molto più fragili.
Allora capita facilmente di trovarsi con ematomi e lividi, perché basta un piccolo urto per romperli e vedere il “blu”.
La percezione biologica che si ha in PCL-A dei capillari è “finalmente mi merito di essere accarezzato”, dopo una Fase Attiva di svalutazione per “non mi sento degno di venire accarezzato”.
I tempi tra CL e sintomi sono nell’ordine delle 2-8 ore, ma spesso gli ematomi sono messi in evidenza da impatti e piccoli incidenti che si verificano durante la PCL-A.
L’angioma è una iperplasia dei vasi che si genera in una routine di continue svalutazioni e rivalutazioni rispetto all’essere accarezzati, considerati, amati.
Le voglie – macchie piatte bluastre o marroni che si hanno dalla nascita – sono processi di questo tenore che avvengono nel ventre della mamma.
Come i linfonodi, la posizione e la lateralità in cui si presentano i sintomi sono importanti per i capillari, ma si può certamente considerare anche il contatto locale, se la persona sentisse di non essere degna di carezze in un punto specifico del corpo.
Tratto da “Noi siamo il nostro corpo”
Creature di percezione concepite per imparare illimitatamente
di Mauro Sartorio