Cisti ovariche
Endometriosi, mestruazioni irregolari, cisti ovariche
Ora inseriamo nella curva bifasica alcuni tra i più comuni sintomi di fisiologia speciale che alterano i ritmi e i modi del ciclo mestruale.
Ritardi della mestruazione o amenorrea (assenza di mestruo): è una risposta dell’organismo che ha a che vedere con la “bilancia ormonale”.
Questa dipende direttamente da programmi speciali attivati dalla corteccia cerebrale perinsulare, ovvero quella che si occupa delle relazioni all’interno del “branco”, nella gestione della difesa del territorio e della procreazione.
Ormai ci stai facendo l’abitudine: si usano questi termini “animali” poiché le leggi biologiche sono alla base della vita di tutte le specie, e non si limitano ai comportamenti umani.
Per la complessità nell’approfondimento della bilancia ormonale, il tema non viene esposto in questo libro: quindi ora cercherò di semplificare il più possibile per restare focalizzato sull’argomento di questo capitolo.
Il prolungamento del periodo o l’assenza del flusso mestruale è conseguenza di una Fase Attiva della curva bifasica, innescata da una situazione in cui la donna percepisce visceralmente che “il mio uomo non mi prende, o non lo fa come dico io”.
Non perché l’uomo sia di per sé sbagliato, ma perché è lei stessa che permane in una attitudine-routine che mantiene la percezione: per esempio si trova sempre uomini “assenti”, o si sente di non meritarsi di andare tra le braccia del suo uomo ecc…
Siccome la totalità dei conflitti originari li si fa nei primi mesi di vita, questa percezione mette spesso le radici in qualcosa che ha inizio quando si è ancora molto piccole, con il primo partner di tutte le bambine del mondo, cioè con papà (che sento che non mi abbraccia, non mi coccola ecc…).
Spesso si creano conflitti tra percezione e biologia (gabbie percettive) generati da morale, costumi e credenze:
Esempio: “papà picchia la mamma e quindi è cattivo” è una valutazione sensata di convivenza civile ma, a livello vegetativo, il corpo percepiva questo fatto come “sono impedito nell’andare fra le sue braccia”, perché la bambina sentiva che non ne aveva più il diritto, che non era giusto farlo, reagendo organicamente.
Questa gabbia percettiva si è mantenuta una vita intera, ben oltre la morte del genitore, facendole covare una profonda rabbia (un’altra routine sulle vie biliari) che da adulta ha interpretato mentalmente come indirizzata verso il papà cattivo, ma che in realtà è sospesa nel “mi è stato ingiustamente sottratto il diritto di andare fra le sue braccia”.
Non pensare a teorie psicologiche: si tratta della necessità puramente biologica, per una donna, di avere un uomo presente per essere protetta e poter fare procedere la stirpe.
Il momento in cui il mestruo si ripresenta è appena successivo a due possibili situazioni:
– la percezione “non sono presa, protetta, posseduta” si è alleggerita (PCL del conflitto, che può accompagnarsi in CE con sanguinamento rosso vivo dal collo dell’utero.)
– si è sovrapposta una nuova Fase Attiva dal sapore “devo sottostare a un’ingiustizia”, “qualcosa minaccia la mia stabilità” (cosiddetti “conflitti di territorio” dei bronchi o delle vie biliari/stomaco o delle coronarie).
Detto in soldoni: appena prima del ritorno del ciclo, o la donna si è sentita finalmente “presa e nel dovuto modo”, oppure ha avuto una forte arrabbiatura da mangiarsela dentro.
L’amenorrea è molto più rara per le donne mancine rispetto alle destrimani.
Periodo mestruale ridotto: quando invece il ciclo dura meno del normale, per esempio intorno a 24/21 giorni, si è in presenza di un programma speciale del tessuto interstiziale mesodermico delle ovaie.
Sappiamo dalla terza legge biologica che il mesoderma recente riduce in Fase Attiva e aumenta con eccesso in fase di riparazione: c’è quindi necrosi nell’ovaio in Fase Attiva e riduzione della produzione degli ormoni (estrogeno e progesterone).
Nel caso di una forte attività è anche possibile, ma non frequente, giungere alla perdita del mestruo (amenorrea).
In PCL-A può esserci dolore in fase di ovulazione, mentre intanto cresce la ciste ovarica liquida che, in assenza di recidive, al termine del programma nel giro di 6-9 mesi si consolida e inizia a produrre ormoni (con eccesso).
In CE la ciste, che è ancora liquida può lacerarsi scomparendo di fatto da successive analisi.
La ciste indurita invece resta riducendosi a un terzo del volume rispetto alla PCL-A ma, se dovesse dare fastidi meccanici, può essere facilmente asportata chirurgicamente.
Il ciclo resta corto a 21-24 giorni sia durante la Fase Attiva sia durante la PCL, ma solo in presenza di due processi in contemporanea su entrambe le ovaie.
Se la curva è monociclica, a fine PCL il ciclo torna regolare a 28 giorni.
Se invece si tratta di una routine di soluzione in sospeso, la ciste può rimanere liquida e continuare a crescere, con recidive possono crearsene molte (ovaio policistico), e il ciclo mestruale resta più corto.
Siccome una ciste consolidata continua a produrre ormoni anche in fisiologia normale, è probabile che mantenga un ciclo a 26-27 giorni.
Il senso biologico di questo processo è proprio nella ciste ovarica giunta a “maturazione”, poiché rilascia un’alta quantità di ormoni che rendono la donna più attraente: avrà infatti pelle liscia, capelli molto belli, apparirà più giovane!
La percezione biologica che attiva la fisiologia speciale dell’ovaio è “ho perso qualcuno, e sento che dipende anche da me”, ovvero una perdita secca (è morto o si è allontanato) con un’implicazione personale, o dove “avrei potuto fare di più perché non accadesse”.
Esempi: “ho perso mio figlio in un incidente con la moto che gli ho regalato io”, “ho perso il partner perché non ero abbastanza femmina”, “ho perso la nonna: andavo troppo raramente a trovarla”.
Il processo ha lo scopo, quando concluso, di rendere più attraente la donna che ha così più chance di essere fecondata e “rimpiazzare” la perdita nel “branco”.
Trattandosi di conduzione dal neoencefalo, è valida la lateralità: per una donna destrimane una ciste sull’ovaio destro è in relazione a qualcuno vissuto come partner, padre, fratello o sorella, collega: mentre sull’ovaio sinistro è in relazione a qualcuno sentito più grande o più piccolo come madre, nonna, figli, animale domestico.
Per una mancina è il contrario.
La parte interstiziale mesodermica descritta qui sopra produce ormoni, ne riduce la produzione in Fase Attiva e la aumenta in PCL; invece la parte endodermica dell’ovaio si occupa della maturazione dei follicoli per l’espulsione degli ovuli.
In questo secondo caso l’ovaio entra in fisiologia speciale con lo stesso tenore percettivo di “perdita secca di qualcuno” ma più arcaico e viscerale, senza la sfumatura sociale del “non ho fatto abbastanza per evitarlo”.
In Fase Attiva potenzia immediatamente il processo di maturazione nell’ovulazione, rendendo estremamente fertile la donna e agevolando gravidanze gemellari eterozigote.
In PCL-A può esserci una temporanea riduzione della fertilità.
La percezione biologica è così simile per entrambi i tessuti, che spesso il processo mesodermico e quello endodermico si sovrappongono.
Mestruazione molto abbondante che si prolunga anche nel periodo intermestruale: si tratta dell’endometrio, quel tessuto endodermico che permette l’annidamento dell’ovulo nell’utero.
Si consideri che il ciclo mestruale, di per sé, è già in fisiologia normale una curva bifasica: in Fase Attiva avviene l’ovulazione e l’ispessimento dell’endometrio pronto a ricevere l’ovulo (stadio proliferativo di 14 giorni); inizia la fase PCL-A e, al fallimento dell’annidamento, compaiono i dolori premestruali (stadio secretivo di 7 giorni); la Crisi Epilettoide espelle la mucosa dell’endometrio non più utile, proseguendo in PCL-B (stadio mestruale, con la PCL-B fino a 7 giorni).
In effetti il ciclo mestruale si configura come un “fallimento biologico”, che in tempi relativamente remoti era un evento ben più raro.
In fisiologia speciale, in Fase Attiva l’endometrio aumenta maggiormente la sua funzione, ovvero si ispessisce più del normale per riuscire a trattenere meglio l’ovulo.
In soluzione PCL-A, quando l’endometrio non è riuscito ad annidare, l’abbondante tessuto in eccesso viene ridotto, anche con l’intervento dei micobatteri, così a fine ciclo mestruale (e oltre) viene espulso per potersi rigenerare in attesa della prossima fecondazione.
L’ispessimento dell’endometrio (endometriosi) ha dunque la semplice funzione di accogliere prontamente l’annidamento, in una percezione molto viscerale di “non riuscire a trattenere il frutto della fecondazione”.
Cosa significhi poi per la singola persona, questo è necessario verificarlo in sua presenza e non è possibile fare regole generali.
Ad esempio potrebbe trattarsi di un molto lineare desiderio di maternità che affronta qualche difficoltà, magari volere un figlio ma non da quell’uomo o non a quelle condizioni.
Oppure una donna anziana potrebbe vivere il trattenere un possibile bimbo in senso traslato, cioè per qualcun altro: può farlo per esempio in relazione ad una figlia o figlio che non riesce ad avere bambini, o che non è in una situazione sicura per averli, o che è omosessuale e quindi non può averne, o perché sente che l’uomo di sua figlia “non è un posto sicuro dove fare famiglia” (biologicamente equivale a “non riuscire ad annidare il bimbo”).
Per questo motivo, alla luce delle 5LB, non è mai possibile prescindere da un colloquio tra la persona e un medico o terapeuta esperto, per poter capire cosa davvero stia vivendo la persona e cosa sia per lei, e solo per lei, più adeguato.
In un processo lungamente recidivato con ripetuti ispessimenti e caseificazioni, l’ambiente acidificato dall’opera dei micobatteri diventa inospitale per l’ovulo che, anche se è fecondato, non riesce ad annidarsi, provocando difficoltà nel concepimento.
I sintomi che si sovrappongono a questo processo (dell’ovaio, dell’uretra, dell’intestino, del sistema nervoso ecc.) sono, come sempre, da considerarsi processi a sé non direttamente correlati con l’endometrio.
Dolori nel ciclo e mestruali (dismenorrea): dove ci sono forti dolori sappiamo di essere in presenza della cosiddetta sindrome, ovvero la sovrapposizione di un processo quasi sempre in PCL-A con il “conflitto del profugo” in Fase Attiva.
Con i reni attivi, ogni processo fisiologico viene esasperato a causa del gonfiore e della trazione dei tessuti, provocando un dolore molto maggiore.
Potrebbe allora trattarsi dell’endometrio (nel periodo pre-mestruale e mestruale) o dell’ovaio in soluzione (pare interstiziale, specie durante l’ovulazione), per cui in presenza anche della ritenzione idrica il dolore può diventare lancinante.
Le perdite: possono essere scure e marroncine, e sono quindi il risultato della riparazione di tessuto endodermico in PCL.
La mucosa dell’utero o delle tube ispessisce in Fase Attiva e caseifica in soluzione, con l’espulsione del tessuto in eccesso smantellato dai funghi, presenti per l’ottimizzazione del lavoro.
La percezione biologica ha lo stesso tenore già visto con l’endometrio, dove l’organismo vive una difficoltà viscerale rispetto alla fecondazione.
Le perdite si manifestano alcune ore/giorni dopo che la difficoltà è stata percepita come risolta o lasciata sfumare, o comunque sono frequenti in presenza di una routine.
Possono essere anche giallognole e maleodoranti: è allora più probabile che si tratti della submucosa vaginale (endodermica), che ispessisce in Fase Attiva senza sintomi e ripara con micobatteri e segni come candida e perdite.
La percezione biologica della Fase Attiva è una sensazione di “qualcosa non è a posto, è sporco”, “una porcheria che non riesco a respingere, evacuare”.
Le perdite si presentano quindi quando “sono riuscita a liberarmi di quel qualcosa” (PCL).
Può trattarsi nella sfera sessuale di un rapporto che si sente sbagliato, non a posto, sporco, e può anche trattarsi di un piccolo fatto accaduto oggi, ma che riporta a vecchie esperienze (binario).
Ci sono poi le perdite chiare, biancastre e senza odore con possibile prurito, che sono il risultato di una fase di soluzione della mucosa ectodermica della vagina (PCL), in seguito alla soluzione di una “perdita di contatto”, in questo caso probabilmente locale e quindi, propriamente sessuale.
Tratto da “Noi siamo il nostro corpo”
Creature di percezione concepite per imparare illimitatamente
di Mauro Sartorio