Denti

Bocca: Cavità orale

Denti: carie, gengiviti, parodontiti, sensibilità a caldo e freddo

 

Abbiamo scoperto l’acqua calda: i denti servono per mordere.

Ma non solo per masticare il cibo: se osserviamo gli animali, ci accorgiamo che sono utensili multiuso per scavare, trattenere qualcosa, attaccare un nemico…

Crediamo davvero di essere diversi, noi umani?

Iniziamo ad analizzare le varie funzioni dei tessuti che costituiscono i denti.

 

Il dente è rivestito dallo smalto, sostanzialmente una sorta di pelle: a conduzione dalla corteccia cerebrale, è il tessuto più duro e calcificato dell’organismo.

Come tutti i tessuti ectodermici, nella Fase Attiva del processo biologico lo smalto si riduce ulcerando, ovvero decalcifica. La decalcificazione dello smalto si manifesta come macchie biancastre, che possono scurirsi a marroni o nere con l’assorbimento di sostanze coloranti come il fumo o il caffè.

Chiameremo questo sintomo: carie dello smalto.

L’organismo che reagisce con la decalcificazione dello smalto si trova nella percezione di “non avere il diritto di mordere” o anche “essere impedito a mordere” una cosa buona, ma anche per aggredire qualcuno.

Una persona con una carie evidente si trova in una lunga Fase Attiva o in una routine di recidive continue, in una gabbia percettiva in cui sente di “essere impedito a mordere”.

In soluzione PCL lo smalto, nella maggioranza dei casi, non si ripara, poiché in esso non ci sono cellule attive.

Sotto lo smalto troviamo la dentina – la struttura del dente – che è meno resistente dello smalto ma più del cemento. E’ tessuto osseo mesodermico condotto dal midollo cerebrale, quindi in Fase Attiva anch’esso riduce la funzione (strutturale) facendo necrosi.

La necrosi è esattamente la carie della dentina.

In soluzione PCL-A il tessuto ripara dolorosamente e ricalcifica con abbondanza e maggiore durezza, creando uno strato in più detto dentina secondaria, del tutto simile a un callo osseo.

La percezione biologica dell’organismo in Fase Attiva è “non essere adeguato a mordere”, con un senso di svalutazione di non essere sufficiente, adeguato a poterlo fare.

Il dolore viene percepito poche ore dopo il fatto concreto CL del tipo “sono riuscito a mordere”.

Il senso biologico di questo processo si trova nella fase di soluzione, dove la dentina, ipercalcificandosi, si prepara per affrontare con maggiore resistenza lo stesso problema in futuro.

Anche in questo caso, come sempre, per fare sintomi perduranti e importanti è necessario fare lunghe recidive.

 

Per comprendere meglio la diversa sfumatura delle due percezioni sopra citate, si pensi a due cani: un lupo grande  e grosso trattenuto al palo dal guinzaglio e che è impedito a mordere il piccolo barboncino (processo ectodermico sullo smalto), e lo stesso barboncino che vorrebbe ma non si sente abbastanza forte per mordere il grosso lupo (processo mesodermico sulla dentina).

 

Il cemento è il tessuto che tiene il dente unito all’osso.

Ha una struttura del tutto simile all’osso stesso ed è innervato anch’esso dal midollo cerebrale.

Si comporta quindi allo stesso modo della dentina con necrosi in Fase Attiva, rispondendo a un vissuto di svalutazione per “non essere adeguato a mordere.

I sintomi in PCL-A sono quella che viene chiamata parodontite.

La polpa dentaria, fatta di vasi e terminazioni nervose, porta nutrimento al dente.

 

Anch’essa è diretta dal midollo cerebrale e in Fase Attiva fa necrosi, in soluzione ripristina con abbondanza (riassorbimento interno).

Se il tessuto osseo che reagisce al “non essere adeguato a mordere” è l’osso dell’alveolo (dove si innesta il dente), allora in Fase Attiva fa necrosi, mentre dopo la ConflittoLisi sono dolore e mobilità dei denti (parodontite).   Ricorda: il dolore non appare dopo qualche giorno, ma da 2 a 8 ore in seguito al fatto concreto che ha permesso di mordere, con facili esasperazioni quando i denti vengono usati con la masticazione.

 

Il tessuto della gengiva che ricopre il colletto è ectodermico a conduzione dalla corteccia, e quindi ulcera in Fase Attiva e gonfia in soluzione: questo significa che le gengiviti e le gengive sanguinanti sono sicuramente in fase PCL, in seguito a una soluzione del tipo “non avevo il diritto di mordere, ma ora ho potuto farlo”.

Il gonfiore è percepibile pochi minuti dopo la CL e per tutta la PCL-A; il sanguinamento può presentarsi con lo sfregamento del cibo o dello spazzolino su tessuti debilitati.

Nel caso in cui le gengive si stiano ritraendo o siano ritratte, è chiaro che la percezione della persona è o è stata per lungo tempo in una routine con continue recidive di non potere mordere.

 

La sensibilità a caldo e freddo del colletto non ha invece nulla a che fare con la retrazione gengivale, ma con la ipersensibilizzazione della superficie dell’osso (periostio), innervato corticalmente, che si ha in Fase Attiva del tessuto stesso in seguito a gravi impedimenti, separazioni dolorose.

 

Hai compreso come la percezione dominante sia in generale quella di non potere  o non riuscire a mordere, molto spesso chiusa in routine di comportamento che mantengono l’organismo in recidive e ripetizioni sospese.

 

Per aumentare la precisione, ora consideriamo quale gruppo di denti manifesta i sintomi e quale sia la sua funzione: i denti anteriori sono adibiti ad azzannare, per aggredire o per essere affondati in qualcosa di buono; mentre i posteriori sono adibiti a trattenere qualcuno o qualcosa.

Inoltre è valida la lateralità: per il lato dominante si tratterà di “non poter mordere” in relazione a papà/partner/resto del mondo, mentre sul lato non-dominante sarà in rapporto a madre, figlio o chiunque sia vissuto come tale.

Ad esempio: una donna destrimane con un ascesso a un molare destro, che poche ore prima si è rilassata in un “finalmente sono riuscita a trattenere il mio partner”, oppure “l’ho definitivamente lasciato andare” nel senso di avere mollato la presa.

 

Sia chiaro che non c’è niente di simbolico, fino a pochi anni fa (migliaia e milioni) trattenevamo davvero le cose importanti con i denti!

E la biologia oggi non è affatto cambiata.

 

 

 

Tratto da “Noi siamo il nostro corpo”

Creature di percezione concepite per imparare illimitatamente

di Mauro Sartorio