Dermatiti

Pelle

Dermatiti, orticaria, herpes, vitiligine, nei, fuoco di Sant’Antonio, psoriasi…

 

La pelle riveste tutto il nostro corpo, e quindi riveste anche il ruolo della sensorialità più estesa e sviluppata: il tatto.

La  pelle è l’organo attraverso il quale abbiamo il contatto con il mondo e gli altri.

Questa è la sua funzione in biologia.

 

La fisiologia speciale reagisce quindi in tutte le occasioni in cui percepisce inaspettatamente unimprovvisa perdita di contatto.

 

Lo strato di pelle più superficiale è l’epidermide, di origine embrionale ectodermica e innervata dalla corteccia sensoriale.

In Fase Attiva – ovvero dopo un’improvvisa perdita di contatto da qualcuno – può ridurre la sensibilità tattile.

 

Questa reazione ha un’utilità diretta: non percepire la separazione e allo stesso tempo limitare l’afflusso di informazioni sensoriali alla memoria.

Spesso infatti i buchi nei ricordi dell’infanzia sono periodi di separazione da qualcuno – principalmente i genitori – che ne sono stati memorizzati.

L’epitelio può, oltre alla sensibilità, ridurre la rigenerazione cellulare e, permanendo in Fase Attiva, si assottiglia e si secca.

 

A questi due sintomi (secchezza e insensibilità) solitamente non si presta attenzione e non vengono notati, così possiamo considerare la Fase Attiva quasi sempre asintomatica.

 

Invece, immediatamente all’inizio della PCL-A– ovvero in seguito al contatto ritrovato – si può avere un indizio preciso: di colpo una perdita di sensibilità al tatto, come un’anestesia, provocata dal relativo edema cerebrale che gonfia e, per compressione, produce una defaillance neurologica.

Dopo alcuni minuti l’epidermide inizia a recuperare lentamente sensibilità con possibili formicolii, inizia a riparare gonfiando lievemente, arrossandosi, producendo tutte quelle manifestazioni che in medicina prendono i più svariati nomi generici, come dermatite, dermatosi, eczema e tutto ciò che ha a che fare con la pelle.

I diversi sintomi della PCL-A dipendono principalmente dalla profondità a cui avviene il processo negli strati dell’epidermide, da quello corneo più superficiale fino a quello più profondo ai confini con il derma.

In una routine con molte recidive, il tessuto che non riesce a concludere la riparazione può fare la “crosta”, che viene mantenuta a lungo anche con conflitti locali perché dà fastidio e la si rompe toccandola.

 

La Crisi Epilettoide non è rilevabile, se non in quelle situazioni in cui si manifesta lassenza, ovvero una momentanea “perdita di coscienza” di pochi secondi, che passa però spesso inosservata specialmente se è notturna. L’assenza equivale a una riduzione di sensorialità concentrata in una piccola frazione di tempo e, chi se ne accorge da fuori, nota che per un attimo la persona non è in sé, è appunto assente.

La fase PCL-B riduce gli edemi, compaiono i pruriti, e l‘epitelio torna alla funzionalità normale.

 

Si inizia a riscontrare i sintomi pochi minuti dopo la Cl, al massimo un paio d’ore, in seguito al fatto concreto che ha permesso di percepire “finalmente ho recuperato quel contatto perduto”.

 

Questo è il decorso in linea generale.

Ogni manifestazione sul corpo, però, per essere compresa va osservata nel dettaglio dei singoli sintomi, evitando imprecise etichette nosografiche come “dermatite”.

Inoltre si ricordi che una cosa è un conflitto fatto e risolto, e un’altra sono le routine che mantengono a tempo indeterminato il processo, generando condizioni croniche e a volte complicazioni.

Per questo vediamo qualche esempio dettagliato:

– un’area della cute rosso vivo, che se premuta con il dito diventa bianca: si tratta dello strato corneo più superficiale, che pochi minuti dopo la soluzione viene irrorata di sangue dai capillari per portare nutrimento durante il ripristino funzionale. Può essere concomitante anche un aumento di sensibilità.

La percezione biologica è la più lineare soluzione alla perdita di contatto

 

– macchie bianche, più chiare della pelle circostante, dette vitiligine: sono provocate da una prolungata Fase Attiva dello strato più profondo dell’epidermide, quello in cui si trova il pigmento.

 

A quel livello sono presenti i melanociti – che si occupano della produzione di melanina – i quali, in Fase Attiva, riducono la loro funzionalità. Con una concentrazione minore di melanina, le macchie chiare sono più evidenti quando sono esposte al sole, poiché la pelle circostante si scurisce facendo risaltare il contrasto.

In fase PCL-A i melanociti riparano con eccesso, producendo più melanina del normale e generando i nei.

Se il processo avviene sotto il sole, la grande quantità di melanina può farli diventare molto scuri.

Ci sono situazioni in cui la Fase Attiva è così intensa e prolungata, che i melanociti possono giungere a uno stato di atrofizzazione tale da non essere in grado di ripristinarsi. Avviene allora che, anche a conflitto risolto, la pelle può rimanere più chiara e non ripristinare i livelli di melanina precedenti.

 

La percezione biologica nella quale si avvia la riduzione di funzione dello strato profondo dell’epidermide è “rottura di contatto con ingiustizia, improvvisa separazione ingiusta.

 

– l’orticaria ha la caratteristica di provocare una sensazione di ipersensibilità, irritazione, bruciore e prurito.

Al di là del colore che può prendere la pelle, delle ulcere o dei pomfi (che sono comunque fasi di soluzione di una separazione), ciò che provoca l’ipersensibilità è a livello delle punte nervose, che nella pelle sono preposte al rilevamento di freddo, caldo e pressione.

In Fase Attiva le terminazioni nervose riducono la funzione sensoriale limitando la sensibilità, ma quasi mai ci si accorge.

In soluzione PCL-A, da pochi minuti a 2-3 ore dopo la CL, gonfiano, sono ipersensibili, poi bruciano e fanno male.

In PCL-B ripristinano con formicolii.

La percezione biologica della Fase Attiva in cui si riduce la sensibilità è “separazione improvvisa con identità”, cioè “mi sento separato da qualcuno e non so più qual è il mio ruolo”.

Ad esempio: “mio marito è spesso fuori casa, e non so più se sono ancora sua moglie o no”.

Il rilassamento di questa percezione permette la riparazione dei tessuti provocando l’irritazione cutanea.

 

Questa ipersensibilità bruciante è la stessa che fa il cosiddetto “fuoco di SantAntonio”, con il quale sono coinvolte in modo molto intenso, e in vaste aree del corpo, le terminazioni nervose. Senza recidive la PCL-A ha una durata massima di 3 settimane e, come tutte le PCL-A intense, è difficilmente contrastabile con i farmaci.

In PCL-B il dolore è più sopportabile e controllabile.

La tipica lateralità del fuoco di Sant’Antonio è un indizio molto esplicito che indica in relazione a chi si è risolta la rottura di contatto.

 

– La psoriasi è il risultato di due conflitti tra biologia e percezione che si sovrappongono.

 

Il primo, sempre un po’ latente in Fase Attiva,è responsabile della pelle secca; il secondo, in soluzione a fasi alterne, è responsabile dei gonfiori e rossori.

I due processi sulla stessa area dell’epitelio producono all’aspetto ciò che viene chiamato psoriasi.

Una persona che, per esempio, ha perso un genitore – Fase Attiva di perdita di contatto che perdura per un periodo – e allo stesso tempo si trova in una relazione altalenante in cui il partner in certi momenti c’è, in altri si allontana.

Quando entrambe le fasi sono attive – doppia separazione – le cose sembrano andare meglio perché i sintomi si riducono.

Quando invece il partner ritorna, ecco che si ripalesano come psoriasi.

A questi due processi dell’epidermide può spesso sommarsi anche quello del sottostante derma (mesoderma antico): quando la persona sente ribrezzo, non si sente a posto in quel punto, lo strato più profondo della pelle ispessisce, provocando spaccature, croste e micosi.

 

– “Malattie esantematiche”: rosolia, scarlattina, morbillo, varicella e tutte quelle manifestazioni in cui appaiono sulla pelle rossori, pustole, puntini rossi, vescicole e bolle piene di liquido, sono da catalogare sotto il titolo “contatto ritrovato”.

Da tenere separate sempre da tosse, raffreddore, mal di gola ecc. che possono presentarsi nello stesso momento, ma sono processi indipendenti e senza nesso fisiologico tra loro.

Il rossore compare in PCL-A in seguito al contatto ritrovato; quando ci sono piccole vescicole piene di acqua, si tratta di processi a un livello intermedio di profondità dell’epidermide, ovvero per una separazione con confusione nell’identità o con un leggero senso di ingiustizia.

 

Come quello che potrebbe essere vissuto da un bambino che, all’arrivo del nuovo fratellino, viene spostato a dormire in un’altra stanza (non più quella dei genitori, dove è sempre stato), percependo l’evento come una separazione ingiusta.

 

Localizzazione

Come per tutti i processi del neo-encefalo, è importante la lateralità del fenomeno: sul lato non dominante (sinistro per i destrimani) la soluzione della separazione sarà per rapporto all’ascendenza (mamma) o alla discendenza (figli), sul lato dominante sarà per rapporto a papà, partner, fratelli, amici ecc.

 

Allo stesso tempo, è necessario considerare l’area del corpo coinvolta nella rottura di contatto e la sua funzione: se per esempio un destrimane ha un rossore all’interno del braccio destro, può trattarsi di una percezione del tipo “ho finalmente riabbracciato il mio partner”; se sono i palmi delle mani può essere “ho recuperato qualcuno che mi sfuggiva di mano”.

La mano ha anche a che fare con il lavoro, con il fare: in Fase Attiva “sono separato da qualcuno e ciò mi impedisce di fare qualcosa”.

 

L’interno delle braccia riguarda una “separazione dall’abbracciare”, mentre l’esterno alto fino alle spalle una “separazione dall’essere abbracciati”.

 

Anche i fianchi sono zona di abbraccio, non sessuale, ma tipicamente familiare: fratello, mamma, papà…

 

Larea tra il ginocchio e la caviglia risponde alla separazione dal “gregge”, “non poter stare vicino ai suoi”, ovvero una perdita di contatto dall’ambito familiare, o da ciò che è percepito come tale.

 

Sotto i piedi la perdita di contatto è rispetto a dove si appoggiano i piedi: “il terreno su cui sto non è buono per me”, con rossori in PCL, o secchezza e tagli alla pianta dei piedi dopo lunghe Fasi Attive.

 

Le cosce e la schiena, specie per un bambino, sono le aree di contatto quando si è tenuti in braccio.

 

Un herpes (sarebbe meglio dire: gonfiore con vescicole) sul labbro inferiore lato dominante, può generarsi pochi minuti dopo che “ho finalmente detto quello che volevo dire” al mio partner (ma anche papà, amico, collega…): una routine di comportamento impedisce alla persona di parlare, vivendo una “separazione verbale ”con un senso di identità incerta non so più dove mettermi, se sono o non sono il suo partner (amico, collega).

Il labbro inferiore reagisce all’esprimersi, sempre con distinzione di lateralità destra/sinistra.

Il labbro superiore reagisce più frequentemente a un contatto intimo, al baciare: il gonfiore con le vescicole appare quindi pochi minuti dopo che si è risolto “non bacio più, e non so più qual è il mio ruolo”.

E’ chiaro che un semplice rossore e gonfiore senza vescicole perde la sfumatura di incertezza nell’identità.

La cheilite, ovvero i tagli all’angolo della bocca, sono la soluzione del “non posso esprimermi come vorrei”.

 

La separazione è spesso vissuta anche come “non voglio questo contatto perché ne vorrei un altro”, quindi come una rottura di contatto da quel “altro”.

Per esempio un rossore sul dorso dei piedi può essere una soluzione di “qualcuno mi pesta i piedi”: una routine di comportamento impedisce di spostarsi dalla situazione o contrattaccare, e allora l’organismo reagisce a quel contatto che vorrebbe diverso.

 

Se appare sull’esterno delle mani e degli avambracci può trattarsi di “sono riuscito ad allontanare un contatto che non volevo”: soluzione di una Fase Attiva del tipo “qualcuno mi impedisce di fare e lo vorrei allontanare”.

 

Situazioni comunque non diverse dalla separazione, poiché unattitudine in routine costringe a un contatto, mentre la biologia ne cerca un altro.

 

Un sintomo che è inconfutabilmente da “contatto non voluto” è la verruca, quella senza il puntino al centro (la verruca col puntino è ripresa nel prossimo capitolo).

 

I calli sono prodotti da continue piccole recidive di contatto non voluto, che agiscono sullo strato corneo superficiale della pelle: secca e ripara, secca e ripara, col tempo si crea uno strato di pelle molto duro.

Un tallone duro e calloso si costruisce in una persistente routine in cui “ci si vorrebbe impuntare” o “si vuole schiacciare qualcosa col tallone”.

Questi sono solo semplici esempi, e ogni area del corpo reagisce in base alla sua funzione biologica.

Oltre alla lateralità è da valutare l’eventuale separazione locale, quando la persona può avere vissuto la rottura di contatto in una zona specifica.

“Sono separato da qualcuno che mi toccava in quel punto”, “sono separato da qualcuno che mi toccava lì (o che io toccavo lì) e ora ingiustamente non lo fa più”.

– Per esempio una macchia scura sulla fronte che si è creata dove qualcuno mi accarezzava sempre per farmi addormentare.

– Quel padre che salutava il figlio posandogli per abitudine la mano sul collo: quest’ultimo ha vissuto la separazione con una dermatite in quella zona.

– Quella donna che percepisce la separazione dal proprio cane su quella ben definita striscia di pelle della mano che era a contatto con il guinzaglio.

 

Puoi comprendere che le sfumature sono tante quante sono le persone su questo pianeta: è perciò impossibile creare ricette “interpretative” da applicare, ed è necessaria la presenza della persona stessa e del suo personalissimo vissuto.

Ma ricorda: nellindagine cerca quel piccolo o grande fatto concreto che facilmente è stato rimosso dallattenzione che ha sciolto la situazione (CL) e cercalo non ieri o settimana scorsa, ma pochi minuti prima, massimo 2-3 ore, dalla comparsa dei sintomi cutanei.

Certamente va anche considerato che possono non essere stati notati subito alla prima apparizione, come nel caso in cui un rossore si presenti sulla schiena, o di notte durante il sonno.

 

 

 

Tratto da “Noi siamo il nostro corpo”

Creature di percezione concepite per imparare illimitatamente

di Mauro Sartorio