i miei antenati maria avegno di san fruttuoso di camogli

 

mi chiamo paola,


nipote di paolo, a sua volta nipote di paolo, figlio primogenito di maria avegno,

 

sarà perché con il nome ci portiamo addosso anche il destino dei nostri antenati, sarà perché negli ultimi anni ho condotto studi di psicogenealogia e costellazioni familiari.

 

ho sentito il desiderio di occuparmi di questa importante vicenda familiare di cui si è parlato molto

 

da qualche tempo, infatti, circolano diverse versioni riguardanti questo evento ormai storico e, come discendente, con questo scritto vorrei ristabilire la nostra verità basata su fatti che ci vengono tramandati da generazione a generazione e che sono giunti fino a me

 

questa vicenda mi sta a cuore non solo perché riguarda la mia stirpe, ma anche perché pone al centro il senso del valore di una donna e delle donne tutte. Lavorando nella relazione di aiuto, negli ultimi anni spesso mi sono ritrovata ad ascoltare donne con problematiche legate all’abuso. ristabilire la verità è il mio modo di offrire un contributo che onori il valore di questa donna e del femminile in generale.

 

maria è morta nel 1855 ed io sono nata esattamente 120 anni dopo, nel 1975

 

ricordo che da bambina, con il nostro motoscafo, ogni tanto andavamo a fare visita alla tomba della nostra antenata e nuotavamo proprio lì, dove lei è morta, sopra la statua del cristo degli abissi. ricordo un giorno quando avevo circa vent’anni, che andando a trovare la tomba della mia antenata, ci trovai attorno un museo a pagamento

 

scrivo queste righe perché è una storia familiare che ci è stata tramandata molto dolorosamente, in quanto questa giovane donna morendo lasciava al mondo diversi bimbi molto piccoli, sotto gli 8 anni.

 

 

 

 

il 24 aprile 1855 tarda mattinata c’ era una forte tempesta 

 

il croesus, un piroscafo inglese con un equipaggio di circa 270 uomini diretto in crimea, nel mar nero, con soldati inglesi, piemontesi e sardi che per la maggior parte non sapevano nuotare e carico di polvere da sparo e munizioni, ebbe un grave incendio a bordo e naufragó nella baia di san fruttuoso di camogli, andando a sbattere sugli scogli

 

c’erano solo donne quel giorno perché gli uomini, tra cui anche il marito di maria, giovanni oneto, erano a vendere delle fascine di legna a genova e causa il forte maltempo non erano riusciti a rientrare

 

solo le due sorelle avegno ebbero il coraggio di affrontare quella forte mareggiata e instancabili con un gozzo compirono molti viaggi per trasportare i naufraghi sulla spiaggia

 

dopo che l’imbarcazione che stavano utilizzando venne rovesciata diventando quindi inutilizzabile, maria compirà dei viaggi a nuoto per salvare ancora dei soldati

 

quando la nave incominciò ad affondare i soldati si buttarono in acqua e si aggrapparono a maria facendola annegare

 

maria ebbe una particolare spinta a fare quel gesto, rischiando la vita, perché era rimasta molto colpita dal fatto che il suo primogenito paolo era stato l’unico superstite  che era stato salvato in mare pochi mesi prima in spagna

 

il corpo di maria venne recuperato in mare dopo quattro giorni

 

caterina, la sorella,  morì di morte naturale tanti anni dopo

 

maria

medaglia d’oro al valore civile alla memoria, prima donna nella storia italiana,

la più alta onorificenza militare britannica

il suo nome figura nel libro d’oro della cattedrale di notre dame a parigi insieme a coloro che sono morti per salvare la vita del prossimo

fu sepolta nella cripta dell’abbazia di san fruttuoso accanto ai principi doria

a camogli il belvedere panoramico noto come la rotonda, è intitolato alle due eroiche sorelle

il governo inglese conferì un vitalizio agli orfani per 100 anni