Colesterolo

Cardio-circolatorio:

Colesterolo

 

A metà dell’800 si iniziava a parlare dei grassi come causa di malattie cardiovascolari, e a metà del 900 veniva considerato il colesterolo il grande nemico da sconfiggere sul campo delle cardiopatie.

Sono stati creati innumerevoli medicinali e diete specifiche per la riduzione di questo elemento nel sangue, con lo scopo di ridurre i rischi di infarto, ischemie, ictus ecc.

Malgrado negli ultimi decenni una gran quantità di studi sia stata portata a smentire la correlazione tra cardiopatie e colesterolemia, tanti altri continuano a mostrare risultati opposti: così oggi il colesterolo viene preso comunque a riferimento come principale fattore di rischio, e di conseguenza ne vengono fatte prescrizioni farmaceutiche.

Né bene né male, semplicemente la faccenda non è chiara.

Però, per la percezione, questa confusione non è indifferente.

Inoltre, la banalizzazione del concetto di colesterolo buono e cattivo finge di semplificare la comprensione clinica  per la gente comune, ma in realtà imbastisce la ben nota maschera del nemico da combattere con le armi della medicalizzazione.

 

Leggi biologiche alla mano, parliamoci chiaro: il colesterolo (e le lipoproteine di trasporto), come tutti i valori ematici, è regolato dall’organismo in base all’utilità: è un prodotto endogeno del fegato, che ne regola la produzione in base alle necessità.

Se in futuro sarà incontrovertibilmente dimostrato che abbassare artificialmente il colesterolo è utile, un medicinale in grado di modificarne la concentrazione ematica sarà indispensabile, ma resterà comunque un rimedio sintomatico che non potrà cambiare la necessità biologica dell’organismo.

Non si può nemmeno parlare di alimenti che facciano alzare o abbassare il colesterolo, poiché il 90% è autoprodotto dall’organismo e solo il 10% viene preso dall’alimentazione.

E se anche venisse meno questo 10% per scarsa assunzione, questo ammanco verrebbe compensato dalla produzione interna.

Il mito sulla dieta grassa è stato smentito più volte, per esempio dal famoso studio tedesco VERA del 1993, che ha mostrato assenza di correlazione tra consumo di colesterolo (latte, panna, uova, burro, grassi animali ecc.) e colesterolemia.

In effetti, popoli che si nutrono prevalentemente di prodotti animali come gli Inuit delle regioni polari o i Masai delle steppe africane hanno colesterolemie minori di europei o statunitensi.

Ma anche, a parità di stili di vita, i francesi che hanno vasta tradizione di formaggi, o gli spagnoli, che hanno una dieta molto ricca di insaccati, non sono più malati di cuore rispetto ad altri popoli.

Ma queste non sono prove, solo congetture: attendiamo la certezza scientifica.

 

Allora, senza addentrarci ulteriormente nella giungla delle ricerche, vediamo cosa ne fa il corpo di questi camioncini (il colesterolo buono LDL e cattivo HDL), programmati per il trasporto dei lipidi verso i tessuti e da i tessuti.

Con la consapevolezza che solo la stanza dei bottoni, il cervello, ha il potere di tirare una leva piuttosto che un’altra.

Prendiamo il caso delle famose placche aterosclerotiche di vene e arterie coronariche, che sono considerate una causa delle patologie cardiovascolari come l’infarto: queste placche sono il risultato cicatriziale di numerose riparazioni della tunica interna dei vasi (in particolare l’intima delle coronarie), costituita da epitelio pavimentoso.

 

Come hai già appreso nel capitolo Angina pectoris e infarto coronarico, in Fase Attiva della curva bifasica l’intima si ulcera con il fine di ampliare la sezione del vaso mentre, nel momento della riparazione, i mattoncini grassi si addensano per essere utilizzati nella cicatrizzazione.

Con il passare del tempo, ripetute ulcere e riparazioni possono produrre delle stenosi evidenti che sono placche aterosclerotiche ricche di colesterolo.

In fase di ricostruzione del tessuto, l’organismo richiama all’adunata (solo in quelle aree!) il colesterolo, ossidando l’LDL;  durante questo processo si assiste ad un aumento della colesterolemia fino a 180-200 mg/dl, mentre nel caso di recidive continue si può arrivare anche a 260-300.

Un organismo che si sia trovato in continua necessità di riparazione delle tuniche vascolari per “conflitti di territorio”, tende a mantenere anche per il futuro valori di colesterolemia più alti della norma.

 

Durante la Crisi Epilettoide, può capitare che porzioni di queste placche si stacchino per lo spasmo della muscolatura del vaso, e ostruiscano qualche arteriola ma, come hai visto nel capitolo dedicato, questo avvenimento non è etiologicamente rilevante rispetto all’infarto coronarico.

Il cuore è uno straordinario gomitolo di vasi che ha grosse difficoltà a perdere l’irrorazione, e spesso bypassa le ostruzioni costruendo nuove reti di arterie.

 

In sostanza un alto livello di colesterolo nel sangue appare come la causa o la concausa di una categoria di malattie ma, osservato da un altro punto di vista, è invece l’effetto e lo strumento di un processo organico sensato.

 

 

 

Tratto da “Noi siamo il nostro corpo”

Creature di percezione concepite per imparare illimitatamente

di Mauro Sartorio